mercoledì 27 febbraio 2013

Punti di vista


in una via Massarenti imbottigliata causa code, sfreccio in bici cantando.
libero di muovermi, rido degli automobilisti,
che nervosamente sterzano per tagliarmi la strada.
con svelti colpi di pedale li supero agilmente,
respiro l'aria pungente dell'imbrunire.

in una fredda serata di fine febbraio, spilli di pioggia mi segnano il viso.
automobilisti al caldo ridono di me,
che indebolito dal freddo avanzo rosso in viso. 
mi accorgo degli ostacoli sempre più tardi,
fragile terracotta avvelenata dai loro scarichi.



martedì 26 febbraio 2013

Se l'Italia fosse l'Arcoveggio

se l'Italia fosse l'Arcoveggio, voterebbe più dell'80% degli aventi diritto. verrebbero ai seggi coppie di novantenni mano nella mano. e pure qualche nonna con la nipotina diciottenne. nessuno penserebbe a leccare matite o scrivere improperi sulle schede, perché le energie in eccesso sarebbero messe a disposizione della comunità per spazzare dalla neve tutti i marciapiedi sino al seggio.

se l'Italia fosse l'Arcoveggio, il centrosinistra governerebbe da sempre, e ora lo potrebbe fare con l'autorevolezza del 50%. la protesta grillina avrebbe il 18%, con un ruolo di sprone, e Berlusconi e i suoi evasori o ingenui, o tutt'e due, sarebbero spazzati via con ancora meno. gli escrementi di casa pound e forza nuova non riceverebbero voti, solo aiuti farmacologici.



se l'Italia fosse l'Arcoveggio, i giovani prenderebbero i treni per tornare a casa e impegnarsi attivamente per il loro futuro. invece di cercare il primo volo per andare via. più lontano possibile, perché è meglio. i servizi pubblici e l'associazionismo aiuterebbero i più deboli. invece di abbandonarli al loro destino. partecipare sarebbe più di un click di facebook.

se l'Italia fosse l'Arcoveggio, certo. ma l'Italia non è l'Arcoveggio.

fesso chi, per qualche momento, ha pensato lo fosse.

venerdì 22 febbraio 2013

(Non) è tutto un magna magna

Dieta ferrea per rimediare ad anni di stravizi scellerati. la dissoluta voracità sostituita da un sobrio e astemio rigore al kamut. al giorno 40, nelle orecchie il dissenso moralizzatore dell'arida nutrizionista, mi concedo una deroga e vado all'africano.

Kitfò, sambussa e teclal.


Dicono che il berberè sia un mix di almeno 10 spezie. le sento esplodere tutte, nessuna esclusa. dopo tanti giorni di insipida continenza, all'improvviso, con violenza, tornano i colori e i profumi. quelli belli e vividi del sud.

Zighnì, cous cous e spriss.



E allora decido che da oggi in poi va bene la dieta. la salute prima di tutto. ma un pizzico di spezie, perché la vita sappia di qualcosa, non potrà più mancare.
la scelta non è tra il magna magna e il digiuno. me lo devo ricordare. sempre.

giovedì 21 febbraio 2013

Democrazia e bisogni primari

Le famiglie meridionali, numerose ed allargate, sono un'opportunità per mettere alla prova ed affinare sistemi complessi di organizzazione . In particolare, visto il periodo pre-elettorale, sono anche lo stimolo per riflettere sull'idea di democrazia, sulla partecipazione al processo decisionale e sull'allocazione di risorse scarse secondo principi di equità. 

Ospiti a casa zii di passaggio, si riflette insieme sul problema dei turni per il bagno.

Esprimo loro chiaramente la mia idea di democrazia: io vado per primo, poi vi mettete d'accordo tra di voi.  Se non vi sta bene, siete conservatori.

Si scopre che sono conservatori.


martedì 19 febbraio 2013

Uno sbaglio non è per sempre

Ok, lo dico subito: alla fine avevo sbagliato lezione.
Lo dico perché questa non è una storia sulla tensione e i colpi di scena. 

Torno in aula dopo due mesi, per l'inizio del secondo semestre. arrivo trafelato, di corsa dal lavoro. di solito i miei compagni di corso sono a fumare sul ballatoio. questa volta non c'è nessuno. faccio mente locale prima di entrare in aula: è la lezione di Informatica, di un tale Eraldo e qualcosa. dietro la cattedra, una signora bionda sta trafficando con il videoproiettore.

Sento un brivido lungo la schiena. Respiro.

Come sempre cerco subito un posto in ultima fila, così mi si nota meno. tutti occupati. istintivamente inizio a guardarmi in giro in cerca di rassicurazione, o di quella brunetta che mi piace molto. che potrebbe essere mia figlia, a essere pignoli. oggi però non la vedo.

Estraggo il cellulare dalla tasca e lo poggio sul banco. Ho bisogno di sedermi.

Non vedo neanche la sua amica, quella con gli occhiali. e neanche quello spilungone con la tuta che sta sempre con loro. a voler essere precisi non ci sono neanche gli altri. cioè, è pieno di tardo adolescenti rumorosi, ma non quelli soliti. 

Prendo il quadernone per gli appunti. Tolgo il tappo dalla penna. E scrivo in alto a sinistra la data di oggi. Sudo.

Parlano dell'esame di Financial Analysis. certo che la prof è uno stronza. anzi una asshole.

Bevo un sorso d'acqua e guardo la stampata con gli orari. Sbianco.

Ho sbagliato ora, luogo e corso di laurea. 
Allora con discrezione rimetto tutto nello zaino. fingo di aver letto un sms sul cellulare. silenziosamente chiamo a raccolta San Giuseppe e San Michele. esco.

Ricapitolando, ho ignorato per 10 minuti segnali diversi e univoci che mi dimostravano in modo inequivocabile che mi stavo sbagliando. non che non abbia provato disagio. ma la rassicurazione di seguire il solito piano di azione ha prevalso sulla fatica di ignorare che qualcosa non andava. dissonanza cognitiva, la chiamano. un po' come fanno certi elettori che continuano a credere alla cattiva politica, diversa da quella buona, che promette quello che non hai mai mantenuto.

Come ho detto all'inizio, questa non è una storia di tensioni e colpi di scena. E' invece una storia sull'ottusa determinazione con cui ignoriamo i nostri errori pur di non correggerli. 

Io però alla fine sono andato via.
Domenica e lunedì si vota. Coraggio.

sabato 16 febbraio 2013

Vita spericolata





Dyna, la mia bicicletta, è uno spirito libero che ha deciso di affrontare la vita senza freni. 

solo che la vita è la mia.

venerdì 15 febbraio 2013

giovedì 14 febbraio 2013

Y vivieron felices para siempre

straniera. mi chiede l'amicizia e non so chi sia. accetto, ovviamente.
Hola como estas?, mi chiede. Bien, y tu? ho fatto un corso di spagnolo.

lei posta canzoni, e io clicco mi piace. io posto foto, e lei mi commenta. ... Ya estaba extrañando el plato del día!Atuna y tomate, buenissimo, rispondo. ruoto vorticosamente le 50 parole che conosco. al corso sono andato solo alle prime lezioni. persevera. … Vamos a empezar a montar en patines los domingos ... finisco le parole, ed anche l'ossigeno nel mio cervello. mi rifugio negli emoticon :-) ;-) :-( ...

prendiamo a scriverci regolarmente. lunghissimi messaggi dei quali non capisco niente. ... Fui a una feria ganadera, expuse una investigacion de los Bufalos …. li leggo ad alta voce con convinzione, per darmi forza. rispondo allora semplificando i concetti al massimo, verbo all'infinito, una esse finale quando suona bene … Me gustas tu terra, ser lindissima

capisco, però, che lei si merita di più. sono disposto a tutto. mi affido alla tecnologia, il traduttore automatico di Google. e allora via gli emoticon, via gli infiniti, via le frasi di una riga. le sinapsi prendono a sfornare concetti d'amore e una schiera di lontane macchine computazionali al mio servizio li traduce per lei. travolto dalle notifiche, neanche il tempo del copia\incolla che lei già mi risponde. a volte, forse per la frenesia, ho l'impressione che il traduttore anticipi persino i miei pensieri. ad un certo punto, mi stupisco di quanto poco io sappia lo spagnolo, perché non riconosco alcuna connessione tra ciò che scrivo in italiano e l'equivalente spagnolo. ma funziona. lei è mia ed io, suo.

sino ad un giorno preciso. quello in cui mi dice … Lo siento, pero amo un otro … cerco di risponderle, so come farla tornare da me. ma un mal funzionamento di Google mi impedisce di trovare le parole giuste. finisce che non risponde più ai miei messaggi, mi inibisce dal poter commentare i suoi post. 

e poi all'improvviso, un giovedì di febbraio, il 14, cambia lo status relazionale sul suo profilo: casada con google translator. e mi cancella dagli amici.

Pallanuoto, aggiornamenti: primi contatti con il gruppo

Nuove puntate di un anno di pallanuoto affrontato in tarda età. Amicizie, rivalità, autoconsapevolezza. Siamo solo agli inizi, ma l'istinto di sopravvivenza inizia a dimostrarsi fondamentale.

Tutti gli aggiornamenti nella pagina della serie Pallanuoto, aggiornamenti.


mercoledì 13 febbraio 2013

Si fa presto a dire Santo

la santità è questione di un attimo. 

a volte nasce nell'istante che passa tra la busta biodegradabile che si rompe e la bottiglia di Morellino di Scansano che va in mille pezzi. si manifesta principalmente nell'assenza della bestemmia. 

 la santità non è per tutti.

martedì 12 febbraio 2013

E' vietato andare in bici nella tormenta


E' vietato andare in bici nella tormenta.

Il sellino è congelato. Al primo incrocio, con le pasticche dei freni andate, fermarsi rimane un desiderio. La vista è ridotta per l'accumulo di neve sugli occhiali. Fai soste frequenti per ripulirli, ma ad un certo punto, per eccesso di sicurezza e perdita di sensibilità, sbagli la mira e ti infili un dito in un occhio. Orbo, ma avanzi. Allontanandoti dal centro ti addentri in territori poco esplorati. Hai due scelte: inserirti in un solco già tracciato da qualche pneumatico, con la sicurezza di cadere quando tenterai di uscirne; provare a tracciarne uno nuovo, violando la neve fresca, con la sicurezza di prendere presto una buca e cadere. E' solo una questione di tempi, quindi. Quando sei vicino a casa, tiri un sospiro di sollievo, ma è illusorio. La discesa dei garage ti ricorda che le piste nere affrontate da principiante sono una delle principali cause di invalidità tra gli stolti.


E' tutto vero. Ma è solo una parte della storia. Quella che ci raccontano le mamme, fedeli fiancheggiatrici della lobby dei petrolieri.

In realtà, quando nevica, ci sono meno macchine e si ritorna per un attimo padroni incontrastati del territorio. Con i pedoni, sparuti e timorosi, nasce subito un'istantanea simpatia e compartecipazione emotiva. Come tra compagni che sanno di affrontare una sfida epica. I solchi nella neve sono piste da bob, li segui sfruttandone le pareti il più possibile. Alla prima discesa scopri quant'è naturale la capacità di padroneggiare il mezzo con sapienti sculettii e l'importanza del colpo di natica. Divori la distesa bianca ed anche la neve, ogni volta che apri la bocca per respirare. Tu lo sai che sapore ha il fiocco di neve? Io, sì. Ma il meglio viene quando arrivi a casa e, mentre immergi i piedi in una bacinella di acqua bollente, sorseggi un tè del discount che sa del migliore vin brulè.

E' vietato andare in bici nella tormenta, perché poi tutto il resto ti sembrerà insapore.

domenica 10 febbraio 2013

Ho vinto qualche cosa? Sì



Ho vinto un premio.

Cioè, 'premio' è una parola grossa. Sarebbe come dire 'ho vinto un regalo'. Perché questo in realtà è un regalo di un'amica esperta blogger (di sicuro più di me).




Questo premio\regalo, come si evince dalle motivazioni, lo ricevo fondamentalmente grazie alla mia bicicletta, che si chiama Dyna e corre come il vento, ma solo in discesa.

Lo dedico a lei.

A mia volta il compito di assegnare il premio ad alcuni piccoli blog, per aiutarne la promozione.

E allora:


  • Cristina, e il suo ilblogdellachinaglia, perché è un genio, è molto bella ed è una cara amica. Mi fa sempre ridere un sacco (non inarcare le sopracciglia, sorridere et similia). E ridere di cuore sino a che mi fanno male gli addominali è la cosa che mi piace di più.
  • Elisa, con le sue ricettine, perché non sono solo ben scritte, sono buone davvero (e non lo dico perché ho testimoniato al suo matrimonio). Ne dovrebbe pubblicare ancora di più, perché è bravissima.
  • Giulia, e tutte le mie torte. questo qui è sulla fiducia, perché le torte ancora non le ho assaggiate di persona. Però le ricette sono ben descritte e le foto carine.
  • E infine, last but not least, Silvia e il suo il lupo nelle fragole, che se non fosse esistito non ci sarebbe neanche questo blog. Perché anche se il tema (bambini ed affini) non è proprio quello che mi appassiona di più, lo stile e l'arguzia mi fanno sempre arrivare avidamente in fondo a tutti i post.


In fondo riporto il regolamento del premio, ora tocca ai miei premiati fare altrettanto e promuovere così la rete dei piccoli blog.

Se non lo faranno, il prossimo anno avranno tutti l'IMU raddoppiata e un fastidiosissimo foruncolo sulla natica destra.

Questo premio mira a diffondere piccoli blog amabili, o liebster, appunto. E con “piccoli” si intende blog con meno di 200 iscritti. Per ritirare il premio basta: ringraziare il/la blogger nominante; incollare il badge “Liebster Award” in un proprio post; assegnarlo a vostra volta a cinque piccoli blog amabili; infine, avvisare i blogger scelti da noi con un commento.

venerdì 8 febbraio 2013

Amore ad alta velocità


occhi verdi, chiarissimi, che emanano luce.  mi fissa sin da lontano mentre arrivo. 

fa un passo per venirmi incontro, poi all'improvviso uno indietro. intanto mi avvicino, sempre più velocemente. 

continua a fissarmi ed io, lei. vicinissimo, arrivo a sentirne il profumo. scarto proprio alla fine, mentre attraversa sulle strisce, e i nostri avambracci si toccano, si urtano. sullo slancio la mia bici si allontana e mi porta via. 

mi saluta con un grido, ma non capisco bene le parole. è già innamorata, chiaro.
che gli farò io alle donne?

giovedì 7 febbraio 2013

L'astrofisica e la bicicletta


una legge di natura afferma che inizierà a piovere nel momento in cui con la bici sarai abbastanza lontano da casa da rendere insensato il tornare indietro. l'intensità della pioggia aumenterà con l'aumentare della distanza dal punto di partenza. curiosamente, anche il punto di arrivo tenderà ad allontanarsi sempre di più. 

è l'astrofisica, bellezza. l'universo in espansione.

martedì 5 febbraio 2013

Il sabato al supermercato

il DiMeglio del mio paese è più di un supermercato.

il sabato mattina ci trovi tutti, ma tutti davvero. è una livella sociale, ti accoglie senza distinzione e ti mette a disposizione i suoi servizi. che vanno ben al di là della volgare vendita di prodotti. 

le corsie sono focus tematici sui fatti della settimana, nazionali e locali, dalla politica all'economia; ci si infila per il puro bisogno di conoscere e approfondire, senza secondi fini consumistici. al banco gastronomia nascono conflitti, anche feroci; che però si ricompongono prima di arrivare alla cassa, perché poi, fuori, ciascuno torna al proprio ruolo. con le cassiere, salutandosi rigorosamente per nome, si scambiano informazioni sulla salute delle rispettive cerchie familiari e di amicizie comuni, per poter poi aggiornare l'agenda delle visite di cortesia o di condoglianze della settimana successiva. 

 quando a fine mattina riponi il carrello e varchi l'uscita, tiri un sospiro soddisfatto e senti di aver partecipato ad un happening. 

e non vedi l'ora che arrivi il sabato successivo.

lunedì 4 febbraio 2013

Pallanuoto, aggiornamenti: com'è iniziata

da un suggerimento di mia nonna, 'si' nu fetente, trovati 'na guagliona e sposati', parte un'avventura insensata: iniziare a giocare a pallanuoto a 37 anni. tra "lo zen e l'arte della guerra" e "mai dire banzai", qui e là pillole di saggezza frutto della quotidiana battaglia per la sopravvivenza in acqua. 

a grande richiesta (giuro, me l'hanno chiesto davvero) pubblico a puntate un diario già apparso altrove.

pallanuoto, aggiornamenti.


Dal barbiere

una mattinata dal mio barbiere non è mai una mattinata come le altre. 

per iniziare, ci si dà tutti del voi. entro e c'è uno che parla al baracchino (o ricetrasmittente cb, quella dei camionisti). lo fa anche mentre gli fanno la barba. parla del tempo e di "quella cosa che tu sai" per la quale ha mandato già tutto via email, ma non ha ancora ricevuto niente. 

poi entra un vecchio - o' prufessore, lo chiamano - che per tutto il tempo tiene gli occhiali da sole. offre il caffé a tutti. io ringrazio e rifiuto, probabilmente un errore che prima o poi pagherò. ad un certo punto entra anche Felice il giornalaio. 

esce quello del baracchino. i presenti commentano che si era tutti un po' preoccupati che iniziassero a sparare, come l'altro giorno. non capisco, ma fingo indifferente partecipazione emotiva (ammesso che sia possibile). 

sulla porta si affaccia qualcuno, non lo vedo perché sono di spalle: Feli', permettete due parole? il giornalaio esce. tutti tratteniamo il fiato sino a quando rientra, incolume. 
o'prufessore intanto tiene un comizio. il garzone del barbiere, con difficoltà, cerca di fargli la barba ricordandogli che per le due vorrebbe andare a pranzo. 

entra un altro vecchio. senza salutare si dirige verso le sedie lungo la parete. si accascia e si addormenta. 

fatto!, mi dice il barbiere. lo stesso tono con il quale mia mamma mi intimava di tornare a casa nelle sere d'estate quando giocavo con gli amici. con la stessa insofferenza, a passi lenti, dopo aver pagato, mi avvio all'uscita. 

credo sia andata così, di sicuro ho nel portafogli la ricevuta.

Racconto dunque sono


i due più grandi raccontatori di storie che io abbia mai conosciuto sono stati mio nonno paterno e mia nonna materna. 

mio nonno per 30 anni, quasi ogni volta che ci siamo visti, mi ha raccontato la stessa storia: la sua prima settimana di lavoro  quando aveva 8 anni. non c'è mai stata un'occasione nella quale, rapito dai personaggi e dall'intreccio, non sia rimasto lì ad ascoltare come andava a finire. l'ultima volta che abbiamo parlato, forse per assicurarsi che poi me la ricordassi bene, me l'ha raccontata due volte di seguito.

mia nonna, invece, mi ha raccontato sempre storie diverse, almeno in apparenza. iniziavano ogni volta con personaggi nuovi e sconosciuti, dai soprannomi improbabili e importanti. ma alla fine, senza neanche che me ne rendessi conto, tutto confluiva immancabilmente nello stesso racconto di quando lei era ragazzina e felice nel suo paese natio. 

ora che nessuno più mi racconta storie così, mi sento un po' più solo. ma pronto a raccontarne nuove, che poi sono sempre la stessa, a qualcun altro. affinché un giorno questo qualcuno possa alla fine essere in grado di raccontare la sua storia a qualcun altro. 

e così via.