lunedì 28 ottobre 2013

Porte scorrevoli malfunzionanti


Davanti a me una grande sfida. Di quelle che poi non vedi l'ora di raccontare.

25 minuti per arrivare da casa mia alla stazione. Tra me e il regionale per Rovigo più o meno 6-7 km di gimkane tra taxi, mamme in suv e autobus guidati da psicolabili; passaggi a livello come quello del film "Non ci resta che piangere"; il ponte di via Libia che pare il Tourmalet.

Tutto da fare pedalando a cento all'ora per arrivare senza fiato e sudato in stazione, attaccare la mia bici alla prima ringhiera libera, alzare lo sguardo all'orologio nella piazza e in apnea fare il sottopasso sino al binario 11, salire sul regionale mentre si chiudono le porte, togliersi la giacca mentre il capotreno fischia e chiedere con un sorriso soddisfatto alla mia compagna di viaggio "aspettavi da molto?".

E invece ho preso la macchina.

martedì 22 ottobre 2013

Sacro Gra, una specie di se una notte d'inverno un viaggiatore



Ci sta uno che passa le notti in ambulanza, ci sta uno che pesca le anguille nel Tevere, ci sta uno che è nobile ma s'annoia un sacco soprattutto con i lituani, ci sta uno o una che ha una cara amica o un caro amico col camper e gli o le piace cantare, ci sta un padre anziano che disturba la figlia mentre studia, ci sta un dj di salsa e merengue, ci sta uno che ce l'ha coi parassiti, ci sta...
Ognuno ha la storia sua, ma sono storie piccole, minime, e neanche si capisce dove finiscono, ammesso che siano mai iniziate. Tranne quello con l'infarto che, non lo dicono, ma per me non ce l'ha fatta.

Niente di ché, pensa uno. E invece no.
Perché poi esco e pedalo verso casa. In via Rialto una ragazza, ricci castani che spuntano da un basco nero di traverso, gambe lunghe e sottili sotto un cappottino beige e una gonna nera e svolazzante, mi attraversa davanti e si avvia nel buio dei portici. In via Pizzardi in un bar vuoto e illuminato a giorno, un vecchio solo e vestito a festa, giacca nera camicia bianca e cravatta con nodo grosso, sfoglia il giornale del mattino ormai lontano. Il parco dell'Arcobaleno è deserto e solo mi accompagnano la luce sfocata dei lampioni e il ronzio regolare della dinamo. In via Marx le auto delle mamme si allontanano, un allenatore con in spalla una rete piena di palloni attraversa il campo di calcio per raccogliere pioli. Nella ciclabile di via Barbacci una signora, che s'intuisce esser stata bellissima, tenta di convincere un cagnetto che piedi puntati non ne vuol sapere di andare avanti e fissa terrorizzato il buio.

Se non avessi visto Sacro Gra, tutte queste storie mi sarebbero sfuggite, per sempre. Avrei saputo meno e quindi visto e percepito meno.
E sarebbe stato un peccato, no?

sabato 12 ottobre 2013

Infelici storie amorose ai tempi di Tuitter e dei centoquaranta caratteri


Il Crofibrottero posta, tagga, tuitta e instagramma. Poi un giorno, senza pensarci, pubblica una foto con la Pina. E la Crofibrottera lo lascia.

In una specie di piccola competizione, dato un nome di animale fantastico avete 5 minuti per scriverci una storia in 140 caratteri, è stato votato da una minigiuria (20 persone) e mi ha fatto vincere un libricino. Certe volte basta veramente poco.


giovedì 10 ottobre 2013

Gravity e lo spreco dei soldi pubblici



Ci sono 3 dipendenti pubblici che perdono tempo nell'aggiustare un telescopio. Uno addirittura si fa i giretti con uno scooter all'ultima moda e racconta barzellette, tra l'altro vecchie. Poi all'improvviso i cinesi fanno un casino e arriva la crisi. Ma i dipendenti pubblici indolenti indugiano. Uno viene esodato, gli altri due per un pelo scappano in scooter. Prendono troppo forte l'ultima curva e sbandano. Dei due, solo una rientra al posto di lavoro. L'altro si allontana. E dopo un po' non risponde più al telefono. Imboscato in palestra.

L'altra inizierà finalmente a lavorare, uno pensa. E invece no. Come entra, si mette in mutande e fa un sonnellino. Scoppia un incendio, sempre colpa dei cinesi, lo diceva Tremonti. Nonostante il corso sul decreto 81 fa un casino con l'estintore. Peggiora le cose e allora scappa di nuovo, con un'auto di servizio. Lenta lenta va verso un altro ufficio, uno della rappresentanza diplomatica cinese. Ma mica per faticare, è che vuole parlare con casa e dire di buttare la pasta. 

Fa sembrare complicato pure aprire una porta. Ma alla fine riesce ad entrare e si siede al computer. Lo accende, però non sa usare i programmi. Il giorno del corso aveva la riunione sindacale e non è potuta andare. Prende un'altra auto di servizio. Siccome non sa parcheggiare la fa finire in mare. Ne approfitta per un bagnetto e poi sai com'è, sono le 5, arrivederci a tutti e va a casa.

Stringi stringi è questo. Poi sì, ci sono pure le astronavi, la Terra vista dallo spazio, e i detriti cosmici. Ma si sa, quando si tratta di sprecare soldi pubblici, non si bada a spese.

lunedì 7 ottobre 2013

Il talento e il rischio d'impresa

Per festeggiare le prime 4.000 visite, quella volta che sono stato a tanto così dalla notorietà. 
A soli 185 euro dal successo e dal riconoscimento.





"Buongiorno, chiamo da parte dell'editore, abbiamo ricevuto una sua poesia per un concorso e ci ha colpito moltissimo".
"Bene".
"Ci piacerebbe inserirla all'interno di un nostro progetto editoriale. Una selezione di poeti emergenti. Lei scrive da tanto?".
"No, direi di no".
"Davvero? Che peccato, ha talento".

"Beh, grazie".
"Nel nostro volume potremmo raccogliere sette delle sue poesie e ne faremo inoltre un ebook in vendita su Amazon. Così potrà esserci anche un ritorno economico per gli autori".
"Benissimo".
"In più ne trarremo un video. Lei ha diritto a 6 copie cartacee".
"Ottimo".
"Ovviamente dietro un piccolissimo contributo di 185 euro".
"...".
"Cosa ne pensa?".
"Non mi convince". 

"Ma guardi che le diamo anche una bicicletta col cambio shimano".
"Diciamo che sono interessato più ad uno scambio nel quale io ci metto il talento artistico e l'editore il rischio d'impresa".
"Arrivederci".

"E la bicicletta?".
"Arrivederci".

domenica 6 ottobre 2013

Frammenti di un discorso amoroso



"I tuoi no sono i mattoni di un muro che crollerà fragorosamente sotto i colpi delle mie carezze"
"No", mi risponde con un rutto

'Un pomeriggio libero senza te è come un ragù senza soffritto'.
'Alla lunga il soffritto nuoce al fegato'.

"Sei una carbonara con tanta pancetta".
Affumicata o dolce?”.

"Ti ho pensata ogni minuto. Anche mentre dormivo."
"Esageri"
"Ti porterò l'elettroencefalogramma. Riconoscerai un'onda tipica e ricorrente. Sei tu."

Avrei voglia di lamentarmi, ma non lo farò”.
Stai migliorando”.

"Una volta ho fatto un corso di guida sicura con un pilota."
"Mmm?"
"La cosa più importante che mi ha detto è stata a proposito di come si affrontano le curve. Mi ha detto che quando ti inserisci nella prima, devi già avere in mente la seconda. La prima devi affrontarla in modo che sarai in grado di superare con sicurezza quella dopo." 
"Mmm!"
"La vita è proprio uguale."
"Ma che aereo pilotava?"
"Chi?"
"Quello con cui parlavi"
"Buonanotte"
"Buonanotte"

“Ieri ho sognato che mi baciavi”
“Ah sì?”
“Ed ho capito che è ora di andare via. Alla nostra età dovremmo baciarci sul serio. Non sognare di farlo”.
“Tirati dietro la porta quando esci. Altrimenti rimane socchiusa”.

“Ma che l'hai chiusa davvero la porta?"
"Apri! Mi sono chiuso fuori. Fa freddo!"