mercoledì 17 dicembre 2014

Il meraviglioso caffè di Natale



Pioviggina in un inaspettato pomeriggio di dicembre in centro.

Entro da Terzi, i bolognesi sanno di cosa parlo. Sono le cinque e mezza, poco prima della chiusura. Sull'ingresso c'è un cartello che pubblicizza 'il meraviglioso caffè di Natale'. Mi accomodo al banco, il locale è stranamente semivuoto. "Ecco il meraviglioso caffè di Natale", dice la barista servendo una coppia ad un tavolino nel privè. "Mmmm", commenta entusiasta la ragazza dopo il primo sorso. Di fronte a me, sull'ultima lavagnetta a sinistra, quella con il nome del caffè più pregiato, con grafia da bambino è scritto 'il meraviglioso caffè di Natale'.


'Va bene - dico alla barista - cedo al marketing: mi dia un meraviglioso caffè. Ma che sia davvero meraviglioso'.


Lo bevo a occhi chiusi. Anche se è cortissimo mi dura un'eternità. 


Quando torno nel mondo reale, lei è lì che mi guarda con un sorriso.
'Com'era?', mi chiede.
'Buonissimo', le rispondo mentendo.


Era infatti meraviglioso.

domenica 14 dicembre 2014

Dei piccoli piaceri della vita




Oggi era il giorno giusto per una piccola gioia della vita che da tempo avevo perduto: fare la spesa al sabato mattina così come ci si è svegliati.
Freddo, ma non troppo. Umido, ma non piovoso. Cinque minuti, tanto non mi vede nessuno. Ho pure cambiato supermercato per sicurezza, non volevo essere riconosciuto. E così mi sono sollevato dal divano, ho dato una carezza fugace al termosifone bollente e sono uscito in tuta da casa e maglione scolorito.
Scoordinati, ma questo è davvero irrilevante. I pantaloni fanno parte di un completino comprato al mercato alla fine del decennio scorso. Caldi, comodi, blu scuro con una striscia blu chiaro ai lati. La felpa, invece, è dei tempi del liceo. Grigio topo e aggressiva con le macchie, nel senso che nessuna le resiste. Per coerenza non ho fatto la barba, né, va da sé, mi sono pettinato.
Giaccone e via. Individuata la corsia giusta ho preso il pane e i biscotti e mi sono avviato alle casse. C'era gente. Ho tirato su il bavero, la giacca abbottonata sino al mento.
'Oh ciao', mi dice una. La mia vicina di casa. 'No, cazzo', penso. Arrossisco. Bofonchio qualcosa. Mi nascondo dietro il display delle caramelle.
Poi la guardo meglio. Pantalone mimetico militare e maglione arancione anni '80. Capelli arruffati e occhiaie. Giaccone blu con strisce grigie. Orgogliosa e sicura, lì dove io sono imbarazzato e in colpa.
Ho capito che lo stavo facendo male. Allora ho sbottonato la giacca e tirato fuori il petto. L'ho guardata di nuovo. Mi ha sorriso complice.

sabato 6 dicembre 2014

L'assistente del mago ovvero Magic in the moonlight


L'assistente del mago deve essere carina e magari un po' svestita, così da catturare l'attenzione e consentire che la magia avvenga. Se il mago nasconde un elefante tra 4 paratie, sai subito quello che succederà, la sua sparizione è dichiarata in anticipo. Tuttavia quando accade non riesci a non considerarla un sorprendente miracolo. In qualche modo, quindi, è l'assistente stessa la ragione dell'esistenza della magia.

Gli occhi di Sophie, la protagonista, ti rapiscono sin dalla prima scena in cui appare. Costantemente al centro dell'attenzione sono valorizzati dai capelli rosso fuoco, dai vestiti pastello, dai paesaggi del sud della Francia. Ad un certo punto arrivi a credere che la Francia stessa sia stata creata perché quegli occhi potessero risplendere ancora di più.


Non puoi che perderti nel loro riflesso tremando ad ogni battito di ciglia. E intanto però non ti accorgi. Non ti accorgi di personaggi inconsistenti e troppo facilmente incoerenti. Non ti accorgi della trama leggera e di battute non sempre irresistibili. Non ti accorgi che sin dal primo momento sai che i due protagonisti si innamoreranno e che accompagnerai il loro bacio con un sorriso liberatorio.


E così quando alla fine l'elefante scompare, vale a dire quando il brusco razionalista si abbandona all'irrazionalità dell'amore, a causa di quelli occhi, o forse proprio grazie a loro, sei contento. A differenza di quanto razionalmente dovresti concludere, non rimpiangi più di tanto l'aver comprato il biglietto del cinema.


Ecco, quest'ultima è probabilmente la vera magia del film.

E tutto grazie agli occhi di Sophie.